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Gli eroi della montagna, ma esistono davvero?

In qualsiasi stagione ci troviamo, in montagna si trovano sempre delle particolarità della natura incredibili e meravigliose, nel senso letterale della parola, ovvero che fanno meravigliare, stupire e riflettere. Dalle maestose cime silenziose su cui il ghiacciaio domina il mondo, ai fragili germogli che rinascono dal terreno dopo l’inverno, c’è sempre un dettaglio da ammirare, una maestosità da rispettare, un suono o un profumo da cui farsi trascinare.

Ci si lascia come cullare, inermi e in silenzio, dalla natura che ci circonda. Tutto è in equilibrio, un equilibrio esteriore che si percepisce, ma non si riesce a spiegare come e perché. Avvolge, senza chiedere nulla.

Questo equilibro a volte si spezza. In maniera visibile e tragica per via di catastrofi naturali, ma esiste un altro “versante” meno visibile di questo equilibrio: l’equilibrio interiore. Anche questo si può piegare?

Siamo abituati ad ascoltare di imprese fatte da intrepidi alpinisti, coraggiosi montanari e grandi scalatori che sono riusciti a conquistare la montagna, mantenendo l’equilibrio anche nei percorsi più impervi. Non si sono fatti piegare da avversità o instabilità, ci sembra.

Forse ci hanno raccontato un lato, un versante del traguardo raggiunto ma sicuramente non del cammino intrapreso.

Qual è il versante che non viene raccontato? Forse proprio quello interiore, quello fatto di, incertezze, fragilità, momenti di dietro front o peggio ancora senza via di fuga… quello rimane un lato poco esplorato e poco noto. D’altronde è difficile ammettere che i limiti umani non sono sempre fatti per essere superati.

Se ci soffermassimo su questi aspetti più delicati? Se non parlassimo solo delle imprese titaniche raggiunte da grandissimi uomini e donne, ma di quello che sta dietro questi traguardi?

Non è facile e non deve esserlo. Ci sono tante cose dietro al risultato raggiunto: perseveranza, allenamento, sconforto, gioia, confronti e discorsi, spirito di competizione, di rivalità, sentirsi giudicati, giudicarsi, volersi bene, farsi male, cadere, recuperare e con una forza grandissima risollevarsi e non mollare.

Non si molla mai? Assolutamente no. Saper dire stop, rinunciare e non continuare fa parte dell’andare in montagna. Non va sfidata, altrimenti il rischio è che risponda violentemente.

Allora chi sono gli eroi della montagna?

Rispolveriamo gli scaffali e recuperiamo qualche vecchio libro, quelli con le fotografie in bianco e nero. Probabilmente vedremo che non c’era spazio nella messa a fuoco finale se non per il sorriso di chi ce l’ha fatta e la vetta raggiunta sullo sfondo.

Ma se dietro lo scatto della vittoria aggiungessimo anche le foto del percorso fatto fin lì? Quali foto sarebbero? Quali foto scatteresti? Le scatteresti?

Non è semplice raccontare anche gli altri “versanti” della storia, quelli forse più umani ma che ci rendono eroi – ben al di là dei numeri – di ogni singola sfida affrontata e superata.